Honoris causa a un grande Campione, nello sport e nella vita.

Vittorio Adorni, Dottore in Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate. Più che una cerimonia, un trionfo: l’ennesimo di una carriera straordinaria – non solo in sella alla bici – per uno sportivo amato da tutti. Suona dolce, «dottore», per quel ragazzo del ‘37 che, finite le elementari, si ritrovò, a undici anni, garzone da Cilién, per imparare a fare l’orologiaio. Nessuno, allora, avrebbe neanche sognato la carriera straordinaria che sarebbe arrivata, con i ripetuti successi e il titolo di campione del mondo, a Imola, nel ‘68. E non parliamo di una laurea. Laurea stra-meritata, invece: non solo per tutto quello che Adorni ha vinto, ma anche «per il suo costante impegno nel ruolo di educatore, allenatore, studioso della tecnica sportiva e amministratore pubblico nel mondo dello sport», come si legge nella motivazione. Ed è stato bello che, per la prima volta, l’Università abbia deciso di organizzare la cerimonia «in trasferta», nella cittadina che per dieci giorni è capitale dello sport universitario. «Un segno forte dell’attaccamento dell’Università al proprio territorio», ha spiegato il rettore Loris Borghi. «Per noi, un grande onore», ha ringraziato il presidente del Cus Parma Michele Ventura. Una bella cerimonia. Senato accademico e direttori dei dipartimenti schierati.

Trattiene anche l’emozione, Adorni: non era facile. Aneddoto dopo aneddoto, ripercorre le tappe della carriera. E spiega come sia diventato ciclista perché era scarso come calciatore. Quasi sempre in panchina. L’innamoramento per il ciclismo? Il giorno che ha «conquistato» la Cisa, con due amici, usando la bici del padre.

Per meriti sportivi Vittorio Adorni ha conseguito illustri riconoscimenti durante tutta la sua vita. Da ricordare i premi Uomo dell’Anno e Sportivo dell’Anno nel 1968, la Medaglia d’oro del Comune di Parma nel 2003, la Stella d’oro del Coni al merito sportivo nel 2003. È stato insignito delle onorificenze di Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana nel 1973, Commendatore nel 1985, Grand’Ufficiale nel 2005 e Cavaliere dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio nel 2010. Attualmente è membro della Commissione cultura ed educazione olimpica del Comitato internazionale olimpico (Cio), membro del Comitato direttivo dell’Unione ciclistica internazionale (Uci), Presidente internazionale del Consiglio ciclismo professionistico (Uci Pro Tour) e presidente della giuria del premio internazionale «Sport e Civiltà».

Per Borghi, questa laurea ha «un significato altamente simbolico», perché proprio «Adorni, che abbiamo imparato a conoscere come il “campione gentiluomo”, è l’antesignano dello sportivo contemporaneo». E, con questa laurea, «desidero che si riaffermi la cultura dello sport, non come sterile culto della prestazione, ma come approccio culturale, scientifico e formativo».